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venerdì 4 giugno 2010

La plebe Romana

Plebs romana, quia patrum (senatori) arrogantiam impatienti animo tolerabat, urbem reliquit et in montem sacrum secessit, ubi castra posuit et complures dies ibi mansit. quia magna perturbatio in urbe erat, patres plebis iram placare statuerunt et menenium agrippam, virum praestantis eloquentiae et populo carum miserunt.
agrippa, ubi ad plebem venit, insignem fabulam narravit. "olim-dixit-corporis artus ob desidiam et inertiam ventris coniuraverunt et sic statuerunt : "manus ad os cibum non portabunt, dentes cibum non mandent nec ventri inerti et otioso alimentum praebebunt". communi consilio (decisione) omnes obtemperaverunt neque ullus artus cibum ventri suppeditavit. sed mox totum corpus ad extremam tabem pervenit, quia sine ventris alimento vires omnes deficiebat (venivano mno). tunc artus cum ventre pacem fecerunt et totum corpus revirescere potuit". hac fabula agrippa animos omnium flexit et plebem in urbem revocavit.

Traduzione

La plebe romana, sopportando a malincuore i sopprusi dei nobili patrizi, abbandonò la città e si ritirarono sul monte sacro. Qui si trattenne per qualche gioirno e pose e fortificò gli accampamenti. perciò, essendoci stati nella città gravi disordini, i patrizi, per placare l'ira della plebe, inviarono ad essa menenio agrippa, che era un uomo di grande dialettica e pieno di saggi consigli ed era assai caro al popolo.
Tramandano che egli, giungendo presso la plebe, gli narrò questa storia : "Un tempo, le membra del corpo, sopportando a stento la pigrizia del ventre giurarono che nè le mani avrebbero portato il cibo alla bocca, nè la bocca lo avrebbe offerto, avendolo ricevcuto e tritato, al ventre.
Ma poichè le membra non procurarono nessun aimento al ventre, ben presto esse giunsero fino all'estremo deperimento: infatti solo allora capirono che l'opera del ventre non era inutile e tornarono in concordia con esso.
Così i patrizi e la plebe sono forti in concordia, s'indeboliscono in discordia".
Con questa favola Menenio Agrippa persuase la plebe e la indusse a tornare in città.

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